Agli Stati Generali dell’Export il commercio che crea la pace

ROMA (ITALPRESS) – “Il fine del commercio è creare condizioni di pace”. Così Lorenzo Zurino, presidente del Forum Italiano dell’Export, ha aperto la settima edizione degli Stati Generali dell’Export, promossi da IEF, con una frase di Montesquieu che evoca la pace, filo conduttore dell’edizione 2025.
“Ho preso in prestito l’espressione del conte di Montesquieu sul potere del commercio, ancora oggi sottovalutato nella sua complessità. L’effetto naturale del commercio è di portare alla pace, affermava il filosofo francese – ha proseguito -. Il commercio, per l’appunto, riesce a costruire ponti tra terre diverse e lontane, poichè ogni scambio rappresenta la creazione di un nuovo dialogo e la conferma di un legame che va oltre le differenze”.
Zurino ha ricordato come è nata la piattaforma Italian Export Forum: “Otto anni fa non c’era un luogo in Italia dove si potesse parlare di commercio con l’estero come verticale precisa e sulla quale mettere insieme le istituzioni, le imprese, gli stakeholders”. Il parallelismo tra le strade del commercio e le vie della pace, è stato filo conduttore nei diversi momenti della tappa del Forum a Roma, alla quale hanno partecipato numerose figure in rappresentanza di Istituzioni ed aziende di eccellenza presenti su tutto il territorio nazionale. Tra questi, Pier Ferdinando Casini, membro della III Commissione Affari Esteri e Difesa; Lorenzo Guerini, presidente COPASIR; Luca Beccari, Segretario di Stato agli Affari Esteri della Repubblica di San Marino; Gaetano Frulli, presidente Fiera del Levante; Massimo D’Alema, già presidente del Consiglio.
“Oggi siamo 2.067 aziende, rappresentiamo circa 400 miliardi di fatturato e ogni anno ci incontriamo agli Stati Generali per parlare di quelli che sono i centri di ricavo del sistema Paese: cibo, fashion, di tutto ciò che porta benessere, che porta la qualità, che porta talento Noi siamo imprese – ha proseguito Zurino -, uomini e donne che rappresentano il sistema paese, oggi ci riuniamo non per celebrare ciò che è stato ma per costruire ciò che può essere un’Italia che sa esportare il valore cultura”.
Un focus dedicato anche alla questione dazi che, secondo Gaetano Frulli, presidente della Nuova Fiera del Levante, “saranno oggettivamente un problema da affrontare. Noi viviamo delle dinamiche importanti perchè l’export italiano, il cosiddetto Made in Italy, è qualcosa di ricercato in tutto il mondo, ma oggi dovremmo iniziare a guardare anche verso altri orizzonti e verso Paesi che hanno bisogno e ricercano prodotti eccellenti come quelli italiani. Per quanto riguarda gli USA – ha osservato Frulli -, sarà necessario capire quale sarà di fatto lo scenario economico dei dazi da affrontare. Dobbiamo continuare a puntare sulla qualità dei nostri prodotti, sul nostro saper fare e a tutto ciò che porta all’eccellenza”, ha concluso.
“Sono angosciato dal quadro dell’evoluzione delle relazione transatlantiche, perchè possiamo anche far finta di non vederlo, ma sicuramente siamo in una fase di profonda crisi. C’è alla base il venir meno del comune denominatore, cioè la difesa della democrazia liberale”, ha detto Lorenzo Guerini, presidente del Copasir. “Trump sta immaginando la costruzione di una nuova relazione tra gli Stati Uniti e il mondo. Dentro questa nuova relazione c’è il tema dell’Europa. Parliamo spesso di autonomia strategica, dobbiamo capirci cosa intendiamo, come la decliniamo, e come la concretizzano, e certamente il tema della difesa è fondamantale”, ha aggiunto Guerini.
Pier Ferdinando Casini ha sottolineato come il vero tema di oggi per noi europei “è la forza che non c’è più per l’Occidente: finchè pensavamo che l’Occidente assumesse i nostri interessi, potevamo metterci a fare delle bellissime discussioni sul multilateralismo, sulla subalternità della forza. Purtroppo oggi non è più così. Per anni con i francesi abbiamo discusso sulla Libia, oggi il presidente del Consiglio fa un bellissimo piano, che tutti noi condividiamo, il piano Mattei. Ma chi è lo stakeholder? La Libia è in mano a russi e turchi e chi può aprirci e chiuderci a piacimento i rubinetti dell’immigrazione clandestina soni i russi ei turchi. In questo quadro – ha aggiunto – qual è il ruolo dell’Europa? Zero, con buona pace del Piano Mattei, che tutti noi approviamo ma che fa parte della retorica alimentata anche da questa sorta di autocompiacimento L’Europa deve riacquistare il suo protagonismo e la sua forza”, ha concluso Casini.
Secondo l’ex presidente del Consiglio, Massimo D’Alema, “l’Europa in questa situazione rischia di essere un pò il vaso di coccio perchè dovrebbe in modo più assertivo difendere i suoi interessi anzichè essere a volte subalterna agli interessi americani in una logica che oggi non ha più senso in un mondo multipolare dove operano potenze. L’Ue dovrebbe dialogare con tutti senza farsi mettere dei veti alla collaborazione economica con Paesi che sono i nuovi protagonisti dell’economia mondiale. Oggi è difficile pensare a uno sviluppo senza i rapporti con i grandi mercati asiatici e africani. In questa direzione dobbiamo aprire i nostri scambi. L’Europa è stata importantissima ma oggi non basta più, bisogna aprirsi al resto del mondo e incoraggiare l’Ue a farlo”, ha osservato.
Sul fronte dell’export, anche lo sport può fare da traino. Le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 sono “un’enorme opportunità per il Made in Italy, sono uno spot per il Paese anche perchè si tratta di un evento che non è concentrato in un’unica città ma è diffuso. Oltre allo sport c’è anche la possibilità di fare il turista, di generare maggiore Pil e di mettere il Paese nelle condizione di esibire le sue importanti caratteristiche”, ha spiegato Giovanni Malagò, presidente della Fondazione Milano-Cortina 2026.
“Noi abbiamo avuto una incredibile risposta alla biglietteria, stiamo andando a tranche e va tutto sold out. Le aziende che hanno investito su sono le big del Paese ma anche multinazionali che rappresentano il mondo americano. Abbiamo dei numeri confortanti – assicura -, secondo gli ultimi studi l’impatto” dell’indotto “sarà di più di 5 miliardi con un gettito di 600-700 milioni e circa 36 mila posti di lavoro. Credo che il nostro Paese abbia dimostrato che grazie ai grandi eventi sportivi si possono accendere gli investimenti”.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

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